Bio

iniziHo iniziato a suonare il flauto nel 1989, a undici anni, alle scuole medie ad indirizzo musicale, allora ancora sperimentali, avendo come insegnante Giorgio Bernabò. Giorgio è stato decisivo per me. Un musicista straordinario con uno dei suoni di flauto più belli che abbia mai sentito. Con la sua gentilezza e la sua pazienza mi ha fatto appassionare al flauto e alla musica tanto che già in seconda media avevo maturato la volontà di fare della musica e del flauto la mia professione. Così dopo le medie mi iscrissi al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza dove frequentai anche il Liceo Musicale ad esso annesso. Inizialmente ebbi come insegnante Enzo Caroli935544_128831770644299_1148726835_n. Enzo è stato come un padre. Mi portava spesso ai suoi concerti e passavamo tanto tempo insieme. Ricordo le domeniche quando prendevo la corriera da Vicenza per Arsiero dove lui veniva a prendermi con la macchina per portarmi nella sua casa a Posina. Lì alternavano ore su scale e arpeggi a ore a giocare a calcio balilla. Poi andò in pensione e io passai nella classe di Monica Finco. A Monica devo tantissimo. Ero un ragazzo un po’ ribelle con la testa per aria. Con il suo misto di pazienza e intransigenza, anno dopo anno, mi forgiò letteralmente facendomi capire come avrei dovuto studiare se avessi voluto diventare un flautista professionista. Il suo rigore e la sua disciplina sono stati fondamentali e grazie a quelli sono riuscito ad arrivare al diploma. Quel 29 settembre 1998 non lo dimenticherò mai. La commissione era formata dalla mia insegnante e da Antonio Carraro, Claudio Montafia, Eros Adami, Ezio Gavasso, Alberto Vignato e il Direttore Enrico Anselmi. Il Direttore Anselmi negli anni del conservatorio mi aiutò davvero molto comprendendo appieno la mia natura e intervenendo spesso in modo dialogico e non punitivo. Serbo di lui bellissimi ricordi. La commissione al termine dell’esame decise di assegnarmi la votazione di 9.75/10. Portai il concerto di Ibert ma non lo suonai come volevo: la tensione era tanta, troppa e non riuscii a dare il massimo. Rimane uno dei grandi rimpianti della mia vita ma fu una lezione grandissima per il futuro. Al pianoforte era seduto un caro amico ed eccellente pianista, purtroppo prematuramente scomparso: Renato Maioli. Negli anni di conservatorio (1992 – 1998) ebbi la fortuna di relazionarmi con docenti molto preparati sia nelle materie teoriche che in quelle pratiche e non posso non citare: Titta Rigon, Piergiorgio Meneghini, Pierluigi Destro, Marco Di Pasquale, Renato Meucci, Luca Zoppelli, Giuliano Manzi, Elisabetta Pirolo, Pierangelo Valtinoni, Paola La Raja, Mara Armanni e molti altri. KlemmOgnuno di loro, a suo modo, ha contribuito alla mia formazione musicale. Dopo il conservatorio studiai un anno con  Raymond Guiot all’ Accademia Italiana del Flauto a Roma e successivamente per due anni con Conrad Klemm all’ Accademia “Marziali” di Seveso (Mi). Anni di studio inteso e di grandi sacrifici. Anni in cui conobbi anche il flautista svizzero Pierre Wavre col quale studiai nei corsi organizzati dalla Gioventù Musicale d’Italia. Successivamente decisi di studiare con il flautista che maggiormente influenzò la mia formazione. Ma per narrare bene questa parte bisogna che racconti un paio di antefatti.Giampaolo Il primo avvenne nel 1991 quando una carissima amica di famiglia e promotrice di eventi culturali a livello nazionale, Fatima Terzo Bernardi, mi regalò delle musicassette. In una di queste c’era un giovanissimo flautista che suonava meravigliosamente il concerto in Sol Maggiore K 313 di W.A. Mozart. Il secondo avvenne nel 1995 quando, mentre camminavo in un corridoio del conservatorio si aprì una porta e mi apparve improvvisamente quel bravissimo flautista che stava provando per un concerto che doveva tenere al Teatro Olimpico dove doveva eseguire il sestetto di F. Poulenc e la Sonata di G. Tailleferre. Ma chi era quel flautista? Era l’insegnante che dal 2001 decisi di seguire e che da allora ebbe un’enorme influenza nella mia formazione flautista e musicale: Giampaolo Pretto
Dopo il diploma mi capitò la fortuna di fare, per un paio di anni, una bellissima esperienza di formazione orchestrale seguito dall’oboista Pietro Borgonovo (1° oboe Rai di Milano) e dal celebre violinista Leon Spierer (1° violino di spalla dei Berliner Philarmoniker). img026Anni in cui appresi davvero molto grazie alla sapienza dello staff dei docenti tra i quali spiccava Teodora Campagnaro, violoncellista eccezionale, ahimè scomparsa assai giovane, con la quale strinsi un bellissimo rapporto di amicizia e della quale serbo un ricordo molto intenso.  Successivamente si alternarono gli anni dove feci diverse esperienze orchestrali con molte compagini di buon livello. Anni in cui sentivo che l’orchestra era un mondo che da un lato mi piaceva molto ma dall’altro mi stava assai stretto. Ero possibilista sul futuro e se avessi dovuto suonare in orchestra, a patto di riuscire a conquistarmi un posto, tutta la vita l’avrei fatto ma sentivo, con grande sincerità, che quello non era il mio habitat dal-verme-uwnaturale. In quegli anni ho collaborato con i Pomeriggi Musicali di Milano, l’ Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, la Filarmonia Veneta, la Sinfonica di Mosca, l’ Orchestra da Camera ‘Lorenzo Da Ponte’, I Solisti Italiani e, inoltre, per dieci anni, dal 2000 al 2010 ho fatto parte dell’ Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza ricoprendo tutti i ruoli. Oggi suono decisamente meno in orchestra e negli ultimi anni mi è capitato di collaborare, come primo flauto, con l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Orchestra dell’Ente Lirico – Arena di Verona. La dimensione del poter andare in orchestra periodicamente l’ho sempre trovata molto equilibrata per la mia natura. Il giusto mix tra l’aver la possibilità di affrontare un repertorio altrimenti non affrontabile e il non dover quotidianamente scontrarmi con realtà e situazioni disagevoli.
Anche dal punto di vista discografico mi è capitato di incidere per diverse etichette (Dynamic, Velut Luna, Stradivari, Da Vinci, ecc…). Con piacere ricordo la registrazione in diretta dove eseguii Soliloquio di Louis de Pablo trasmesso da Radio Tre Suite durante il Festival Internazionale di Musica di Venezia. L’occasione mi fu data da Monica Finco. Era previsto che quel brano lo dovesse eseguire un flautista molto conosciuto ma che alla fine rifiutò. Cercarono allora un sostituto e Monica fece il mio nome. Mi mandarono la parte. Si trattava di un brano molto lungo e complesso per flauto, ottavino e flauto in sol. Mi chiusi in casa e studiai come un pazzo per eseguire quel brano al meglio. Arrivai al concerto così preparato e sicuro che il risultato fu decisamente buono e ricevetti molti complimenti anche dallo stesso compositore che lodò la mia esecuzione. GabrioDa allora ho sempre cercato di riservare uno spazio  significativo alla contemporanea collaborando attivamente con prestigiosi compositori tra i quali: Fabio Vacchi, Alessandro Solbiati, Nicola Campogrande, Filippo Del Corno, Pierangelo Valtinoni, Francesco Erle, Giovanni Bonato, Giorgio Bernabò, Orazio Sciortino, Roberta Vacca, Andrea Manzoli, Pasquale Corrado, Gabrio Taglietti e molti altri. Inoltre il pianista e compositore Matteo Zanetti mi ha dedicato il brano per flauto solo Canto Notturno edito da Armellin di Padova.
Nel 2003 ho fatto un’esperienza decisamente significativa sia dal punto di vista umano sia musicale. Come come primo flauto, con l’Orchestra di Venezia una compagine nella quale suonavano strumentisti di alto livello, siamo stati più di un mese in Giappone suonando in alcune fra le più prestigiose sale da concerto nipponiche. Un’esperienza decisamente pregnante poiché mi sono reso conto di quanto, in una società, possa essere considerata importante la musica classica e di quanto i giapponesi stravedano per la nostra cultura musicale. 
Negli stessi anni, e per la precisione nel 2001, insieme al celebre violinista Giovanni Guglielmo fondai l’Ensemble Musagète formazione cameristica oggi inserita a pieno titolo nel panorama musicale italiano. L’anno precedente alla sua fondazione andai dall’allora responsabile di Banca Intesa per il settore culturale nazionale Fatima Terzo Bernardi donna elegante, colta e generosa: per me una seconda mamma. Le parlai del progetto che avevo in mente. Le spiegai che l’intenzione era quella di studiare col Maestro Guglielmo il repertorio cameristico insieme ad un gruppo di giovani musicisti. Lei accolse l’idea con grande favore e così andai a parlarne col Maestro Guglielmo. Il Maestro mi accolse a casa sua dove sua moglie, la violinista Giuliana Padrin, aveva preparato un’ottima merenda con cioccolata calda e biscotti. Il Maestro accettò di buon grado la mia proposta e negli anni le cose procedettero così bene che decidemmo di trasformare questo gruppo di studio in un vero e proprio ensemble… il resto lo raccontano i nostri vent’anni di attività.q Abbiamo realizzato decine di concerti e presentato centinai di programmi dal Barocco alla Contemporanea. Un’avventura umana e musicale che tutt’ora occupa un posto prioritario nella mia attività concertistica e musicale. Dal Maestro Guglielmo ho imparato tantissime cose. Mi ha insegnato con grande generosità tutto quello che poteva e negli anni è diventato per me un papà musicale. La sua assenza, ancora oggi, è assai pesante. Fin dai primi anni dell’ensemble mi accorsi che la dimensione camerista era quella che prediligevo in assoluto e nel corso della mia carriera ho avuto la fortuna di collaborare ucon artisti del calibro di G. Guglielmo, S. Tchakerian, M. Brunello, T. Campagnaro, B. Canino, S. Schilli, D. Roi, G. Pretto e molti altri e di esibirmi regolarmente con il Quartetto Maffei di Verona.
Parallelamente agli studi musicali, dopo il diploma in Conservatorio, decisi di continuare anche quelli universitari iscrivendomi alla facoltà di lettere dell’Università “Ca’ Foscari” a Venezia (1998-2004). Anni molto importanti perché mi permisero di vedere la musica da una prospettiva ancora diversa. LaureaAnni in cui ebbi la fortuna di rapportarmi con docenti molto preparati e disponibili che mi insegnarono davvero tanto. E per citarne solo alcuni: Gianmario Borio, Francesco Passadore, Giovanni Morelli, Paolo Pinamonti, David Bryant, Pietro Gibellini, Carmelo Alberti. Nel 2003 vinsi una borsa di studio come ricercatore presso l’Istituto Musica della Fondazione “G. Cini” di  Venezia e  nel 2004 mi laureai cum laude  in Tecniche Artistiche e dello Spettacolo con una tesi sulla vita culturale a Vicenza nel 1911. Screenshot_20201228-153304_Instagram[2145]Attualmente sono titolare della cattedra di flauto al Liceo Musicale “C. Montanari” di Verona e Direttore Didattico della Scuola Flautistica Dentro il Suono che ospita allievi provenienti da tutto il mondo. Spesso sono chiamato a tenere Corsi e Masterclass in conservatori e accademie in tutta Italia. Di grande importanza per la mia formazione sono stati gli incontri e le collaborazioni con grandi personalità del mondo della musica e della cultura: Bepi De Marzi, Fatima Terzo Bernardi, Milena Vukotic, Mario Cazzola, Fernando Bandini, Matilde Rosa Molinari, Andrea Oliva, Silvano Perlini, il Quartetto Maffei, i Polifonici Vicentini.